Villandro in Alto Adige
Villandro offre un'avventura adatta a tutti
Il tesoro delle attrazioni culturali: Villandro
Il centro storico, i vicoli stretti e le due imponenti torri gotiche sono i segni distintivi del paesaggio urbano di Villandro. Testimoni della storia profondamente radicata sono gli insediamenti e i reperti dell'età della pietra nei dintorni. Dalla fine dell'inverno con i primi segni della primavera, alla fioritura dei rododendri in luglio, fino all'autunno con il Törggelen, qui non ci si annoia mai.
I luoghi più interessanti di Villandro
- Miniera di Villandro: pietra miliare storica della Valle Isarco, vista panoramica sulle Dolomiti. Dopo la ristrutturazione è stata aperta al pubblico: un viaggio nel tempo alla scoperta del mondo del lavoro di un tempo.
- Chiesa del Morto e Lago del Morto:
in alto sopra Villandro, sull'Alpe di Villandro (2.186 m). Imponente gruppo della Crocifissione, via crucis di 4 km attraverso prati muschiosi – il più antico luogo di pellegrinaggio dell'Alto Adige, raggiungibile anche dalla Val Sarentino.
- Il centro dell'Alto Adige:
Il “Königslacken” vicino alla chiesetta dei morti. Qui si trova il centro geografico dell'Alto Adige, con una vista panoramica a 360°.
- Area escursionistica Malga Villandro:
La seconda malga più grande dell'Alto Adige, centro della regione. Da primavera ad autunno prati verdi, escursioni estive/ciclismo, paradiso invernale con piste da fondo panoramiche. Impressionante tutto l'anno.
- Sentiero dei pini mughi (Malga Villandro):
Paesaggio unico, panorama delle Dolomiti ad ogni passo: natura allo stato puro.
- Sentiero delle castagne:
Escursione tra i castagneti da Novacella/Bressanone attraverso Feldthurns fino a Runkelstein, proseguendo attraverso il Guntschnaberg-Getriebe fino alla Valle dell'Adige, Terlano, Vilpian. Autunno: stagione del Törggelen in molte fattorie.
- Archeoparc Villanders:
Plunacker mostra il periodo dall'età della pietra all'epoca romana; tracce di insediamenti preistorici ed edifici ricostruiti raccontano la storia dal vivo.








